Volgeva il volto
Volgeva il volto dal molle cuscino,
A un filo era legata la sua sorte,
Cordone ombelicale della morte,
Spendeva fuor la luce del mattino.
Quale ferita d'artiglio ferino,
Di sporche laceranti unghie ritorte,
L'espressione sua tal che mai ne ho scorte,
Bruciami in cor, e l'occhio piccolino,
Sangue di fuoco e di nere speranze,
Ricordo della notte di cemento,
E delle Chere le mortuarie danze,
Tristi parole mormorando al vento,
Fin posi al suo dolore in quelle stanze,
Staccai le spine, e d'altro non rammento.
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