Il Prometeo liberato
Fui sottoposto al giogo di Prometeo,
Ricordo alle mie braccia le catene,
La fronte stanca, l'occhio grigio e vitreo,
Già perse ormai le speranze serene;
Quindi i sussulti e le scosse terrene,
I lampi e la pioggia, grave cagione,
Furon del mio dolor e di mie pene,
Tòcchi dall'ala dell'umiliazione.
Ermi ora giacciono quei ferri,
Che da tempo, soddisfatto, ho dimesso,
Finché non venga il vento e li sotterri,
Ché alla libertà ho avuto accesso.
Calcato dal sicuro e fermo passo,
E' il mio sentier verso le sacre torri,
Cui il falco guarda dal mio braccio stesso;
Vai falco, per guardare ad esse accorri.
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