Il pneumatico d'Ellenico

Wednesday, September 13, 2006

Va' via dolore

Va' via dolore, va' via tristezza,
Già sento che il cuore si spezza,
Va' via depressione, va' via,
Fa' che ancora una gioia sia mia.


Più tardi ! Non sento che l'ansia
Mi prende e una brama che sento,
Che domino a stento,
Di sentire profumo di viole.


Va' via tristezza, va' via dolore,
Va' via col tuo amaro languore.
Va' via depressione, va' via,
E per il resto, che sia quel che sia.


Più presto ! Non sento che affetti
Di suoni perduti, di tempi lontani,
Di amori che son stati vani,
Nell'acre ricordo del tempo che fu.


Va' via tristezza, va' via languore,
Cedete alla gioia e all'amore !!
Va' via depressione, va' via,
Che l'allegria venga, che tu più non sia.


Adesso ! Rimane il sereno,
Lontano il passato,
Ed è un canto rimato
Alla luce del sole.

Che dispiacere

Ce ne andiamo così:
Come steli di paglia
Battuti dal vento,
Come stanchi soldati
Sulla terra di nessuno,
Come Angeli che volano
Nel vento e tra le stelle.


- Che dispiacere ! -
Diciamo sommessi
Ai cari rimasti
Il volto in un lago di pianto
E dolore.


- Che dispiacere ! -
Diciamo intristiti
Da un letto a baldacchino
Le coperte nere e le tende,
Lenzuola bianche.


Ce ne andiamo così:
Come sogni sfuggenti
Infranti all'aurora,
Come raggi di luce
Spezzati dall'acque,
Come un Sole al tramonto
Che non tornerà.


- Che dispiacere ! -
Diciamo sommessi
Ai cari rimasti,
Il volto in un lago di pianto
E languore.


- Che dispiacere ! -
Diciamo intristiti
Da un letto d'ospedale,
Le coperte grigie,
Le lenzuola bianche.


Ce ne andiamo così:
Come stelle cadenti
Che portano un sogno,
Come fiori recisi
Che cadono a terra,
Come lacrime amare
Che sono rugiada.


- Che dispiacere ! -
Diciamo sommessi
All'infermiera assente
Che aspetta con ansia
La fine del turno.


- Che dispiacere ! -
Diciamo intristiti
Dalla soffice coltre
Del nostro riposo.

Rimane solo la musica

Rimane solo la musica,
Come un soffio di vento
Che spira sull'anima,
Rimane solo la musica,
E non chiudi la porta ai ricordi.


Degli amici con cui scherzavi,
Seduti attorno alla tavola,
Ridendo, e giocando, e parlando,
Sorseggiando bevande e caffé,
Rimane solo la musica.


Della ragazza con cui parlavi
Abbracciato su una panchina,
Nel mezzo della città baciandovi,
Indifferentemente amore,
Rimane solo la musica.


Rimane solo la musica,
Come un soffio di vento
Che spira sull'anima,
Rimane solo la musica,
E non chiudi la porta ai ricordi.


Delle tue passeggiate,
Dietro ogni finestra una storia,
Dietro ogni porta un mistero,
Appassionato di vivere e amare,
Rimane solo la musica.


Quando la vita è un'emozione,
Araldo di meraviglia
E' lo sguardo di una donna,
E la gioia di vivere,
Rimane solo la musica.


Rimane solo la musica,
Come un soffio di vento
Che spira sull'anima,
Rimane solo la musica,
E non chiudi la porta ai ricordi.


Ma anche la musica
Presto o tardi finisce,
Ma anche la musica
Presto o tardi rapisce
Tutti i ricordi.


E li porta con sé,
Quando sparisce,
E rimani solo,
Sprofondato nella memoria,
E ti scuoti.


Se ne va anche la musica,
Come un alito di vento,
Soffiato sull'anima,
Se ne va anche la musica,
E chiudi la porta ai ricordi.


Ma li hai con te,
Sempre,
Come sogni indistinti
Che chiamiamo:
" Passato ".

La Luce dei sogni

Vieni, Luce, vieni nel sonno,
Portami nel Paese dell'Estate,
Dove ci sono gli alberi verdi,
Dove ci sono gli Gnomi e le Fate.


Vieni, Luce, nel sonno vieni,
E la tristezza disperdi,
Non mi svegliate, qui voglio restare,
Non mi svegliate, qui io posso amare.


Vieni, o Luce, dei sogni sovrana,
Formami il Ponte dell'Arcobaleno,
E se questa sera non sono sereno,
Il mio dolore, ti prego, risana.


Argentea Luce, Luce dorata,
Consolatrice di chi non gioisce,
Sola speranza che mai non finisce,
Luce dei Sogni, o Luce ambrata.


Portami con te, non so più dove,
In qualche posto che il cuore commuove,
In una terra d'amore e d'argento,
Laddove soffia sereno il tuo vento.


Portami con te, portami lontano,
Portami via, ché non sarà invano,
Portami nella risacca del mare,
Portami in cielo, fammi volare.


Portami da gente che mi capisca,
Fa' che il tuo sogno più tardi finisca,
Portami da gente che mi consoli,
O tu che scendi, o tu che voli.


Scendi su di me, argentea luce,
Che ogni dolore riduce
A nulla, e solo Pace e Amore
Lasci nell'animo, lasci nel cuore.


Vieni Luce mia che qui t'aspetto,
Vieni Luce mia, e scendi nel mio petto,
Scendi ti prego, e fammi addormentare,
In questo silenzio io voglio riposare.

Ars magica

Penne e matite, squadre e compassi,
Incensi e polveri, le coppe e le spade,
tra i suoi strumenti muove i suoi passi
Il Mago che si alza, il Mago che ricade,


Fa suoi i toni alti, fa suoi i toni bassi,
Nella destra il legno, nella sinistra il Tarocco,
Conosce le erbe, conosce pietre e sassi,
Le cui virtù lui usa assieme al tocco,


Per spianare ogni strada nella vita.
Così, traccia il cerchio, ed agita lo stocco,
Agita la mano, fa segni con le dita,
Poi dà della campana il magico rintocco,


Senza posa danza, la mente ormai stordita,
Da tanto movimento, dai fumi dell'incenso,
La cerimonia avanza, la cerimonia è ardita,
Riflette nello specchio il suo sguardo intenso.


Tra i vorticanti fumi, si agita qualcosa,
E' l'Elmo di Minerva, io lo so e lo penso,
Ma il Mago si agita, il Mago non riposa,
Il Mago, adesso, deve usare ogni suo senso.


Si parlano i due, si dicono ogni cosa,
Minerva acconsente, Minerva è divertita,
Sotto il segno della Croce, sotto il segno della Rosa,
La cerimonia ora è compiuta, la cerimonia ora è finita.

Necropolis

Quando varcherò il tuo cancello,
Cimitero,
E con clangore sonante,
Il lucchetto bifronte
Per sempre chiuderà
A me l'uscita,
Quel giorno pioverà,
Ma il Sole tra le nuvole
Preannuncerà la pace.


Ricordatevi di me,
Quel giorno.

Notte

Pensando dolente gli errori trascorsi,
I brividi freddi, gli incubi occorsi,
La tristezza di seta, la morbida veste,
La gioia passata e la lugubre peste
Ch'or già accorrendo mi svela la morte,
Compagna fedele di speranze accorte;
Quand'anche fossesi disciolto il mare,
Quand'anche si fossero sciolte le cere,
Illusioni e speranze, desideri e miraggi,
Ripensando penosi degli amari assaggi,
Comunque sentirei il nero galoppo del cavallo
Lo zoccolo battente, lo scalpito del metallo,
Sovra il quale risplende la falce della Luna,
Brillante sopra l'ormai svelata Runa
Dei vacui anni inutili passati,
E dei piccoli pensieri inaspettati,
Intanto tessi, o Notte, la tua tela
Opaca, Così scendendo il sonno cela
Gli affanni all'uomo, ed il suo lavoro
E la famiglia, suo unico tesoro,
Pensando a tutto questo; e le farfalle
Volano nel ciel verso le stelle.


Nessuno ha più d'un sorso d'infinito,
Infin che il destin suo non sia finito.


Sabato, 8 Gennaio 1994, Italo Greco ( Oggi Drago_Celeste )

Haiku

E' solo un sogno
D'infinita dolcezza,
Nel tuo sorriso.

Notturno

Iridescenti lacrime piangono le stelle
Nella fresca e brumosa serata invernale,
Traverso il vetro di lontano guardo,
E dolce cala dentro me l'oceano.

A MIO NONNO

Non era un galantuomo,
Non era un arrivista,
Soltanto un pover uomo,
Soltanto un socialista.


Ma un socialista vero
Dal pensier sincero,
Gridava ai signorotti:
- Sia gloria a Matteotti.


Soffrì pene tremende,
Atroci pagò ammende,
Avendo un gran coraggio,
Sua sorte volse al peggio.


Urlavano i fascisti
In schiere di squadristi,
Picchiavano i bastoni
Fra le esclamazioni.


Un uomo solo in piazza
Di così gracile stazza,
La veste ormai consunta,
E l'espressione smunta,


Cantava fragoroso
Un inno doloroso
Di libero pensiero,
D'un volere fiero:


- La libertà ci viene
Dall'esser sempre insieme,
Per la nostra libertà
Senza di cui nulla si dà. -


Mai l'ho conosciuto,
Il padre ne ha parlato
Fiero ai figli cari,
Pensò pensieri amari.


Ma tu lettore attento,
Se sei a capire intento,
Saprai che uom fu questo,
Grande, triste e mesto.


Dipende la tua libertà
Sol dalla tua volontà,
Ricorda a esempio trarre
Del còr che vollero estorre.

UN ALTRO BALCONE

Il balcone, l'illuminazione dell'immenso,
Il balcone, donde sento il canto silvestre,
Che già ristorò un uomo addolorato e stanco
Dalle fatiche della casa paterna.
Il balcone dal quale vedo
Un bambino che mangia la mela,
Il balcone, dove ancora una volta,
Subisco la ferita che infligge
Nel cuore un tagliente raggio
Del Sole all'orizzonte.


Ancora una volta,
E' sera.