Il pneumatico d'Ellenico

Tuesday, August 29, 2006

LA CANZONE DEGLI ADDII

Questa canzone è dedicata a tutti i malati di A.I.D.S.


Parto per un viaggio,
In cui tu non mi puoi seguire,
Parto per un viaggio,
A cui mai ti vorrei invitare,
Parto per un viaggio,
Da cui non si può ritornare,
Parto per un viaggio,
Non so se vedrò il prossimo Maggio.


Perchè ho una malattia,
Di quelle che non perdonano,
Perché ho una malattia,
Di quelle che non ti perdonano,
Non ti dicono niente ma
Ti puntano a dito
E mormorano cose quando tu sei avanzato,
E questo che fa male di più,
E questo che mi fa male di più.


Parto per un viaggio,
In cui tu non mi puoi seguire,
Parto per un viaggio,
A cui mai ti vorrei invitare,
Parto per un viaggio,
Da cui non si può ritornare,
Parto per un viaggio,
Chissà se vedrò il prossimo Maggio.

Perché la nave è già in porto,
Solo dolore vi ho scorto,
Perché la nave è già in porto,
Forse non sono stato accorto,
Ma questo solo vorrei dire,
Che sempre ho saputo amare,
Ma ho trovato difficile farlo sapere,
E' questo che fa male di più.
E' questo che mi fa male di più.


Parto per un viaggio,
In cui tu non mi puoi seguire,
Parto per un viaggio,
A cui mai ti vorrei invitare,
Parto per un viaggio,
Da cui non si può ritornare,
Parto per un viaggio,
Ora so che non vedrò il prossimo Maggio.


Perché ho una malattia,
Di quelle che non si curano,
Perchè ho una malattia,
Di quelle da cui non ti salvano,
Nessuno dice niente quando ci sei,
Nessuno ha pietà quando tu non ci sei,
Ma tu non giudicarli, hanno paura,
E' questo che fa male di più,
E' questo che mi fa male di più.


Parto per un viaggio,
In cui tu non mi puoi seguire,
Parto per un viaggio,
A cui mai ti vorrei invitare,
Parto per un viaggio,
Da cui non si può ritornare,
Parto per un viaggio,
Parto per un viaggio,
Parto per un viaggio....

I NORMANNI

I.


Avanza veloce sul fiume la chiglia,
Mettete al riparo la vostra famiglia,
Sbarrate gli usci, chiudete le porte,
Giacché vi si appressa la nave della morte.
La luna è già alta, e l'acqua scintilla,
Si spezza e frantuma, è tutta in favilla.
Avanza la prora di legno intarsiato
Dei tristi predoni, inattesa sciagura,
Che ovunque il terrore hanno instaurato,
Che portan la nebbia, che segue sventura.


II.


Scintillano al Sole corazze lucenti,
Mentre la gente, che prega tra i denti,
Chiusa nei miseri tuguri sporchi,
In loro vede le torme degli orchi,
Deserto è il giorno, deserte le strade
Devastate ormai delle antiche contrade.
Scendono crudi dalle navi imponenti,
I volti decisi nel far strage grossa,
I volti decisi, i volti violenti,
Dall'occhio duro, dalla carne spessa.


III.


Si stagliano ora le navi ormeggiate,
Mentr'essi avanzano a spade sguainate,
Rimbalzano i raggi del Sol sulle lame
Che vengon da un Nord di Carestia e di Fame.
Gli usci forzati, le porte sprangate,
Il sangue a fiumi, le donne stuprate,
I fumi dei fuochi si innalzano ai cieli,
I fiori recisi, i divelti steli,
Ed or se ne vanno, nell'aurea mattina,
Disastro è rimasto, disastro e rovina.